Avellino, la città dove le strade non hanno nome

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piazza amendola Avellino
piazza amendola Avellino

C’era una volta la toponomastica ad Avellino. Dopo le dimissioni di Antonio Di Nunno la commissione che doveva regolare le intitolazioni delle strade e la manutenzione delle targhe è stata smembrata.

Ad Avellino le strade hanno perso la loro identità. Più di quaranta hanno perso il proprio nome con il tempo. Alcune, invece, una targa non l’hanno mai avuta.

Puoi percorrerle in auto o in bus, a piedi o in bici. A senso unico o alternato. Su una preferenziale o in zona a traffico limitato. Una cosa, però, è certa. Alcune strade di Avellino si nascondono agli occhi del pedone abituale e del turista, si celano alla vista del guidatore e del ciclista. 

Sono le strade senza nome. E in città, in centro come in periferia, ne sono davvero tante.

Dai quartieri residenziali ai borghi più popolari e popolosi, la città presenta vie sconsacrate alla toponomastica.

Dimenticate dagli avellinesi, mai trovate dai turisti. Le vie della città che hanno perso la propria targa, la propria insegna stradale verticale, e infine, la propria identità e riconoscibilità sono sempre di più.

Alcune l’hanno persa per colpa di atti vandalici mai accertati.Altre per operazioni di restyling mai terminate. Altre ancora per il semplice incedere del tempo. Molte altre un nome non lo hanno proprio mai avuto.

«Dopo le dimissioni di Antonio Di Nunno la commissione che doveva regolare le intitolazioni delle strade e la manutenzione delle targhe è stata smembrata e anche la toponomastica in città è finita nel dimenticatoio – ricorda Andrea Massaro, direttore onorario dell’Archivio Storico del Comune di Avellino e componente della Commissione Toponomastica – La commissione è stata ripristinata dal sindaco Paolo Foti solo di recente, ma prima di iniziare a lavorare in modo più lineare si dovrà procedere alla redazione di un regolamento che fino ad oggi non c’è mai stato».

Dal 2006, intanto, ripristinarne la giusta nomenclatura e assegnarne una nuova è diventato difficilissimo. A causa delle scarse risorse comunali e della mancanza di addetti, la manutenzione delle targhe esistenti è praticamente impossibile.

E allora, se si passa per il centro storico, partendo dal “salotto buono” di Avellino, si scopre subito che al termine della sua riqualificazione, la targa intitolata a Re Vittorio Emanuele è sparita dal corso a lui intitolato, sia all’entrata che all’uscita dell’unica area pedonale della città.

Girando a sinistra si dovrebbe arrivare in corso Garibaldi e raggiungere l’omonima piazza, ma il turista o l’avventore occasionale questo non lo capirà mai, dal momento che anche questo importante snodo viario non presenta alcuna targa a ricordarglielo.

Stesso discorso se si supera piazza Libertà, principale agorà cittadina da poco interessata da un intervento di restyling e si arriva in via Rifugio, strada che conduce alla casa comunale. Anche qui, da anni, manca una segnaletica verticale.

La toponomastica, che dovrebbe regolare la suddivisione del territorio e identificarne gli elementi che ne definiscono l’ambiente urbano, è sparita anche da via Trieste e Trento e via Derna (due traverse di viale Italia), da via Matteotti e via Pironti, da via Carmine e via San Francesco Saverio, solo per fare qualche nome, appunto.

L’elenco, però, si allargherebbe a dismisura se entrassero nel novero anche le strade che non hanno mai avuto il battesimo di targhe ed epigrafi commemorative e che conducono alle zone di nuovo insediamento urbano.

«La toponomastica in città si è andata via via perdendosi soprattutto a causa di atti vandalici che hanno colpito le lapidi nonostante siano realizzate su supporti sintetici di poco valore – spiega Massaro – Anche le basi su cui poggiano le targhe sono state prese di mira dai balordi e oggi, se si cammina per la città, ci si accorge che sono più di una quarantina le strade senza nome in città».

La prima bozza del regolamento che dovrebbe disciplinare le procedure e i criteri per la denominazione degli assi viari, sia pubblici che privati, è stata redatta nelle scorse settimane dal settore Cultura a margine di numerose riunioni che sono servite ad accogliere e vagliare le proposte avanzate nel rispetto di quei criteri che entreranno a far parte del regolamento che sarà votato in Consiglio comunale.

La manutenzione di targhe, epigrafi e numerazioni civiche già esistenti, invece, spetterebbe all’Ufficio toponomastica, ma ad oggi nessun intervento può essere commissionato dal momento che non è stata ancora effettuata una gara d’appalto per esternalizzare la gestione del servizio.

«La città – conclude Massaro – dà il suo benvenuto alle persone che le fanno visita solo quando gli orologi in strada segnano l’ora esatta e i passanti possono riconoscersi ed orientarsi grazie ai nomi delle sue strade. Sono piccoli segnali di civiltà e di decoro che vanno ristabiliti al più presto anche ad Avellino».

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