Dopo un’indagine durata due anni arrivano i primi risultati per l’operazione ‘Baci e Abbracci’. Si tratta di un’attività investigativa della Guardia di Finanza, supportata dai carabinieri e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Avezzano, tesa a smantellare un traffico di capi di abbigliamento e merci accessorie per le quali era stato alterato il marchio. Contraffazione, dunque, con l’aggravante di un commercio che è risultato essere derivato da ulteriori reati, ricettazione e furto. A favorire l’emersione della verità sono risultate determinanti le decine di perquisizioni domiciliari già effettuate in parecchie regioni d’Italia da parte delle Fiamme Gialle, in base alle quali sono affiorati dettagli fondamentali anche grazie ad individui indirettamente collegati all’organizzazione. A finire nei guai sono complessivamente undici persone, tutte residenti tra la Campania e l’Abruzzo, per le quali è stata emessa ordinanza di custodia cautelare, mentre per otto di è scattata la misura della restrizione della libertà. In manette anche un 54enne di Altavilla Irpina, V. Cecere ed è stato sequestrato un capannone industriale con oltre 250mila capi contraffatti. Ad essere implicato, tra gli altri, Vito Taccone, lo scalatore, vecchia gloria del ciclismo, ricordato da molti come il ‘camoscio d’Abruzzo’. L’accusa per la quale tutti dovranno rispondere di fronte ai giudici è di associazione per delinquere finalizzata al commercio. Associazione a delinquere sostenuta anche attraverso brogli fiscali, come l’emissione di assegni senza copertura o l’utilizzo di denaro di dubbia provenienza per il pagamento ai fornitori, che rappresentano un’aggravante dei reati ipotizzati.
Redazione Irpinia
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