Olio, stop agli inganni: la Coldiretti verso l’obiettivo trasparenza

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Avellino – Una rivoluzione per l’Irpinia, in cui viene prodotto olio di grande qualità, soprattutto in Valle Ufita, per il quale è in itinere un processo destinato a chiudersi in tempi brevi con l’arrivo della “Dop”. La Coldiretti di Avellino annuncia lo stop agli inganni con etichetta di origine e accoglie con grande favore il decreto sull’indicazione obbligatoria d’origine nell’etichettatura dell’olio vergine ed extravergine di oliva del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. “Si tratta di un ulteriore passo in avanti – afferma il direttore Giuseppe Licursi – nella battaglia per la trasparenza dell’informazione ottenuta con il sostegno di un milione di firme raccolte da Coldiretti e che obbliga ad indicare la provenienza dei prodotti agricoli in tutti gli alimenti”. Oltre la metà dell’olio “italiano” venduto nei supermercati nazionali è spremuto da olive di cui non si conosce la provenienza che, grazie al provvedimento, dovrà essere indicata in etichetta per fare finalmente chiarezza e consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli. “Si tratta di un momento storico per l’olio – aggiunge Licursi – che contribuisce anche alla lotta alle frodi e alle sofisticazioni a difesa della salute dei cittadini. L’obbligo di indicare la provenienza delle olive impiegate in etichetta è un contributo alla trasparenza per impedire di “spacciare” come Made in Italy miscugli di olio spremuto da olive spagnole, greche e tunisine”. Un rischio reale se si considera che nel 2006 si è verificato un aumento record del 45 per cento degli arrivi di olio di oliva dalla Tunisia che ha superato la Grecia e che ora rappresenta un quarto del totale delle importazioni italiane con 110 milioni di chili spediti in un anno. Dopo anni di battaglie per la trasparenza, culminate nell’appello a tutti i parlamentari da parte della Coldiretti e Slow Food, il decreto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali prevede che “al fine di assicurare la rintracciabilità dell’olio di oliva vergine ed extravergine” nonché di prevenire frodi nella commercializzazione, è obbligatorio riportare nell’etichettatura l’indicazione della zona geografica di coltivazione delle olive e ubicazione del frantoio nel quale è estratto l’olio”. L’entrata in vigore è fissata entro 90 giorni dalla pubblicazione del decreto che è stato trasmesso alla Commissione Europea per le necessarie verifiche, e comunque in tempo utile per garantire la trasparenza dell’informazione in etichetta per il prossimo raccolto di olive Made in Italy. La norma per l’indicazione di origine in etichetta consente di verificare oltre al marchio la reale origine delle olive impiegate e quindi anche di valorizzare gli oliveti italiani che possono contare su 250 milioni di piante, molte delle quali secolari o situate in zone dove contribuiscono al paesaggio e all’ambiente. L’Italia è il secondo produttore europeo di olio di oliva con una produzione nazionale media di oltre 6 milioni di quintali, due terzi dei quali extravergine e con 38 denominazioni (Dop/Igp) riconosciute dall’Unione Europea, che sviluppano un valore della produzione agricola di circa 2 miliardi di Euro e garantiscono un impiego di manodopera per circa 50 milioni di giornate lavorative. Negli ultimi anni si è avuto un trend di crescita nei consumi, soprattutto per oli extravergini, Dop e biologico e si stima un consumo nazionale di 14 kg pro capite. Dal punto di vista commerciale nel 2006, a fronte di una produzione stimata in 630mila tonnellate, le importazioni di 430mila tonnellate superano nettamente le esportazioni pari a 280mila tonnellate. “L’applicazione della legge sull’obbligo di indicare l’origine degli alimenti in etichetta – conclude Licursi consente di esaltare e promuovere l’identità del nostro territorio, per lo sviluppo diffuso, equilibrato e sostenibile. Il provvedimento sull’origine obbligatoria recepisce le esigenze di trasparenza e correttezza dell’informazione nei confronti dei consumatori e le trasforma in opportunità per l’intera filiera dell’olio di oliva”.

L’OLIO DI OLIVA MADE IN ITALY IN CIFRE
Produzione media italiana, ultimi 4 anni, circa 600.000 tonnellate;
250 milioni di piante molte delle quali secolari;
Fatturato del settore pari a 2,0 miliardi di Euro;
Consumo nazionale pari a 13-14 kg all’anno per persona;
Negli ultimi anni si è avuto un trend di crescita nei consumi, soprattutto per oli Extravergini, D.O.P. e Biologico;
D.O.P. e I.G.P riconosciute: 38.

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