Caos Ugl, tra giudici ed epurati: ad Avellino come a Firenze e Roma?

0
178

Avellino – Il caos che è scoppiato presso la segreteria irpina della Ugl nelle ultime 48 ore sembrerebbe essere soltanto uno dei focolai di un rogo più vasto che da nord a sud del Paese sta coinvolgendo tutti gli iscritti e dirigenti del sindacato erede della CISNAL. Di commissariamenti (o presunti tali) se ne è parlato nelle scorse settimane nel caso di Taddeo Albanese dell’Ugl a Firenze ma anche, sembra, alla segreteria di Roma.
Spiegazioni ufficiali al momento mancano, mentre abbondano le versioni di parte: da un lato ci sarebbe Paolo Capone, vicino all’ex capo della Ugl e oggi parlamentare di Forza Italia Renata Polverini, dall’altra Salvatore Muscarella e gli aderenti (tra cui il fiduciario della Polverini, Salvatore Ronghi) alla corrente Ripartire dal Territorio. Di quest’ultima corrente fa parte anche il ‘centrelliano’ Costantino Vassiliadis, attuale numero uno della sezione avellinese.

BOTTE DA ORBI – La crisi (ufficiale) interna dell’Ugl si trascina ormai da quel 15 aprile dello scorso anno, giorno in cui la guardia di Finanza operò una perquisizione sia nella sede confederale dell’Ugl sia nelle abitazioni dell’allora segretario generale, l’irpino Giovanni Centrella (fortemente sponsorizzato dalla Polverini).
Dopo le dimissioni di Centrella, la nomina di Geremia Mancini segretario generale (con il placet della Polverini) e le repentine dimissioni di quest’ultimo.
Siamo arrivati all’ottobre dello scorso anno quando nel corso del Consiglio Nazionale, che si è svolto a Montesilvano e che doveva eleggere il nuovo segretario, a seguito di una presunta irregolarità, venne fuori – non si è capito se eletto o auto proclamato – il nuovo segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone (pare sempre indicato dalla Polverini). A seguito di questa (presunta?) irregolarità le due fazioni vennero alle mani e dovette intervenire la Polizia e il 118 per sedare la rissa. Ancora, pochi giorni prima di Natale nella stessa sede confederale di via delle Botteghe Oscure avveniva di nuovo una rissa con relativo intervento del 118. Sempre nel corso di un altro Consiglio Nazionale, stavolta a Roma, i contendenti delle due fazioni, pro e contro Capone, arrivarono ancora alle mani e, anche in questo caso, è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine e del 118.

A gennaio, è storia degli ultimi giorni, è cominciato il processo davanti al giudice civile, promosso dai sostenitori della mozione “Ripartire dal territorio” che ha presentato ricorso per far dichiarare nulla la nomina di Paolo Capone a segretario generale per palesi violazioni statutarie.

Ma in attesa della decisione del giudice girano voci di ritorsioni nei confronti degli oppositori di Capone (tra questi l’avellinese Vassiliadis).
Indiscrezioni parlano di un processo epurativo che sarebbe in corso e che colpirebbe alcuni importanti sostenitori di Salvatore Muscarella, rei di aver impedito il regolare svolgimento del Consiglio Nazionale.
Il condizionale è d’obbligo in quanto le notizie che escono dai quartieri generali delle due fazioni sono contrastanti su tutti i fronti. Certo è che Paolo Capone, che godrebbe dell’appoggio politico di Renata Polverini, non sembra più avere, se mai lo ha avuto, il controllo delle strutture territoriali e di categoria e dei suoi rappresentanti nell’assise massima del sindacato.

Le notizie che giungono all’esterno parlano di commissariamenti tentati o impediti a seconda della collocazione dei dirigenti delle strutture (vedi i casi Avellino e Firenze). A un passo da una clamorosa quanto probabile scissione, l’Ugl sembra rassomigliare sempre più a un ring di boxe che a un sindacato.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here