Sergio Mattarella giura da Presidente: “Sarò arbitro imparziale”

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Il neo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato accolto tra gli applausi in Aula. “Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservare lealmente la Costituzione”, ha detto mentre dal Gianicolo venivano sparati 21 colpi di cannone. Così è diventato ufficialmente Presidente della Repubblica. Poi Mattarella ha ringraziato Ciampi e Napolitano e ha pronunciato il suo primo discorso ufficiale. “Avverto pienamente la responsabilità del compito affidatomi, di rappresentare innanzitutto l’unità nazionale e quella costituita dall’insieme delle attese e delle aspirazioni dei nostri cittadini”, ha detto il Capo dello Stato, “Rappresenterò gli italiani da Nord a Sud”.

Immancabile un accenno alla crisi: “La lunga crisi ha inferto ferite e prodotto emarginazione e solitudine, tante difficoltà hanno colpito occupazione e creato esclusione, ha detto, “L’unità rischia di essere difficile, fragile e lontana, l’impegno di tutti è a superare le difficoltà degli italiani. Quelli economici sono punti di un’agenda esigente, su cui viene misurata la distanza tra istituzioni e popolo. Dobbiamo scongiurare il rischio che la crisi intacchi il patto sociale sancito dalla Costituzione”.

Per questo è necessario continuare nel percorso delle riforme “per dare una risposta al Paese” e “per adeguare nostra democrazia”.

“Nel linguaggio corrente si è soliti tradurre il compito del Capo dello Stato nel ruolo di un arbitro, del garante della Costituzione. È un’immagine efficace. All’arbitro compete la puntuale applicazione delle regole. L’arbitro deve essere e sarà imparziale”, ha assicurato Mattarella, non senza chiedere collaborazione alla politica, “Io sarò arbitro e garante, ma i giocatori mi aiutino. La garanzia più forte della nostra Costituzione consiste nella sua applicazione, nel viverla giorno per giorno”. E ai giovani parlamentari dice: “Rappresentano con la loro capacità critica e indignazione la voglia di cambiare. A loro chiedo di dare un contributo ad essere unità nazionale non dimenticando mai l’essenza dell’essere parlamentari. Il Parlamento non sia l’inasprimento della società ma si sia rappresentanti tutti insieme dell’intero popolo italiano e tutti insieme al servizio del Paese”.

Corruzione che ha raggiunto livelli inaccettabile, “divora risorse che potrebbero essere destinate ai cittadini, impedisce la corretta esplicazione delle regole del mercato, favorisce le consorterie e penalizza gli onesti ed i capaci”. Ma anche la lotta alla mafia – la stessa mafia che gli ha ucciso il fratello Piersanti -, alla vicenda dei marò (“Occorre continuare a dispiegare il massimo impegno affinchè la delicata vicenda dei due nostri fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone trovi al più presto una conclusione positiva con il loro definitivo ritorno in Patria”), agli italiani rapiti padre Dall’Oglio, Giovanni Lo Porto e Ignazio Scaravilli.

Nel suo discorso ha accennato anche al terrorismo internazionale “che ci minaccia”: “Siamo inorriditi dalla barbarie della decapitazione di ostaggi, dalle guerre e dagli eccidi in Medio Oriente e in Africa, fino ai fatti tragici di Parigi”, ha detto, “Altri rischi minacciano la nostra convivenza. Il terrorismo internazionale ha lanciato la sua sfida sanguinosa, seminando lutti e tragedie in ogni parte del mondo e facendo vittime innocenti”

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