Chiusano – Carmine De Angelis, sindaco di Chiusano ma anche docente di diritto pubblico a Roma ci spiega a pochi giorni dall’assemblea dell’Ato i principi per la gestione del nuovo ATO, superando i documenti politici e il solito politichese:
“Il servizio rifiuti rappresenta un sistema a filiera complessa e a tal fine il legislatore attribuisce alla regione i ruoli di indirizzo, promozione, coordinamento e verifica. – esordisce De Angelis – Mentre assegna a un livello territoriale piu? vicino al cittadino quelle relative alla definizione e all’esercizio della governance. Il nuovo modello di gestione nel perseguire efficienza, efficacia ed economicita? individua la funzione di organizzazione del servizio rifiuti, di competenza dei comuni, in forma aggregata in Ambiti Territoriali Ottimali, attraverso l’istituzione o designazione di enti di governo rappresentativi degli interessi cittadini residenti.
Modello in house o gestione privata?
La normativa prevede che: l’affidamento tramite gara venga considerato elemento di valutazione della virtuosita degli enti locali nell’applicazione del patto di stabilita interno; che nella distribuzione dei finanziamenti pubblici venga data priorita? agli enti di governo degli ATO e ai gestori selezionati tramite procedure ad evidenza pubblica; che le societa affidatarie in house vengano assoggettate al patto di stabilita interno e a vincoli e limitazioni alle assunzioni di personale e alle politiche retributive analoghi a quelli delle amministrazioni loro controllanti. In tal senso e’ necessario ribadire il geniale privilegio per un modello di gestione in house anche alla luce dei più stringenti vincoli offerti dalla normativa. Inoltre, alla luce del riassetto istituzionale, le funzioni di governo dell’ATO, svolte dagli enti locali nel contesto delle aggregazioni , sono legate, innanzitutto, all’azione pianificatoria, competendo a tali soggetti la redazione ed approvazione dei Piani d’Ambito.
Modello misto per la gestione e apertura ai privati?
Una delle più grandi banalità di documenti privi di consistenza tecnica e’ la “dimenticanza”. Il nuovo Statuto della Provincia esplicita chiaramente che per la gestione dei servizi a rilevanza economica ( acqua, rifiuti etc) occorre affidare il servizio ad un soggetto unico provinciale di natura giuspubblicistica. Delle due l’una : o quando si approva non si legge o si tratta della solita “coperta corta” per coprire le difficoltà decisionali.
Tariffa unica o differenziare tra territori?
Compete all’ente di governo, la determinazione della componente tariffaria che ciascun comune incorpora nel tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES). Nei contratti di servizio dovra? essere garantito, invece, il trasferimento degli introiti corrispondenti alla componente tariffaria relativa ai rifiuti ai soggetti gestori dei servizi. La definizione del sistema tariffario unico per ATO dovra? essere stabilito tramite un percorso che tenga conto, nella fase transitoria, delle differenze tra le gestioni esistenti e dei sistemi di allocazione dei costi del servizio nelle varie realta? comunali o intercomunali. Il modello organizzativo puo essere, dunque, basato sull’aggregazione dei comuni ricadenti nell’ATO, tramite la costituzione di soggetti di governo d’ambito che rappresentano gli enti ai quali, in attuazione delle disposizioni di cui all’art. 3-bis del D.L. 138/2011, è demandato l’esercizio delle funzioni di organizzazione del servizio rifiuti, incluse quelle inerenti: la scelta della forma di gestione, di determinazione delle tariffe all’utenza, di affidamento della gestione e relativo controllo.
Chiari sugli obiettivi del nuovo modello di gestione dei rifiuti.
Prima dei nomi occorre essere chiari sul modello di gestione e quali dovranno essere le priorità’ . Il nuovo modello gestionale pertanto dovrà: Conformarsi alla definizione degli obblighi di servizio pubblico universale e delle eventuali compensazioni economiche, Predisporre livelli qualitativi e quantitativi delle prestazioni, indicandone i relativi standard; Tendenzialmente ribadire la vocazione pubblicistica in merito alla modalita? di gestione dei singoli segmenti di servizio tra le alternative consentite dalla disciplina vigente (affidamento a societa? in house, affidamento a terzi tramite procedura ad evidenza pubblica, gestione tramite società a capitale misto pubblico-privato aderenti ai requisiti Comunitari), da motivare attraverso una relazione che renda conto delle ragioni e della sussistenza dei requisiti previsti dall’ordinamento europeo per la forma di affidamento prescelta e che definisca i contenuti specifici degli obblighi di servizio pubblico e servizio universale, indicando le compensazioni economiche se previste. Al fine di un abbattimento dei cespiti tributari e del costo tariffario occorre rafforzare una politica di sburocratizzazione della gestione ribadendo il limite massimo del personale ( non superiore a quello di Irpiniambiente) e l’inopportunità di organismi collegiali di gestione o di consulenza gestionale. Un sistema di governance, pertanto, che garantisca l’uniformita? del ciclo dei rifiuti, assicurando l’omogeneità del servizio all’interno dell’Ambito.
Dopo l’Ato gli Sto?
Perché non diventino un opificio o un ripiego di clientele l’orientamento a cui ispirarsi per delineare la perimetrazione degli eventuali sub-ambiti per le fasi a monte della filiera dovrebbe essere ricondotta ai principi generali, comunitari e nazionali, assunti come capisaldi delle politiche ambientali e, più precisamente, ai principi di prossimità, autosufficienza, minimizzazione della movimentazione dei rifiuti, nel quadro degli obiettivi di riduzione della produzione dei rifiuti e della movimentazione, del recupero, del riciclaggio, dello sviluppo della raccolta differenziata. La collocazione sul territorio degli impianti intermedi può costituire un efficace criterio per “perimetrare” gli Ambiti di raccolta, ridurre la movimentazione e ottimizzare il grado di utilizzo degli impianti. Una tale articolazione su scala sub-ambito va comunque collocata nel più generale contesto del ciclo integrato. In tal senso, il sistema organizzativo non può essere delineato in forma statica. Esso, al contrario, deve essere strettamente collegato agli obiettivi ambientali contenuti nel Piano Regionale dei Rifiuti e tendere comunque al superamento della frammentazione e alla riduzione, ovvero all’integrazione dei diversi segmenti della filiera e alla ricomposizione delle diverse aree di raccolta in un unico ATO.