Solofra, D’Urso: “Parere ISS su acqua al Tce? Vignola arriva tardi”

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Solofra – “Con soli sette mesi di ritardo il sindaco Michele Vignola ha preso coscienza dell’esistenza del parere dell’Istituto superiore della sanità che ritiene possibile l’emungimento da pozzi di acque anche a concentrazioni di tetracloroetilene superiori al valore di un microgrammo per litro fino ad un limite di dieci microgrammi per litro”. Così in una nota il consigliere di opposizione Antonello D’Urso sul caso acqua al Tce.

“Si tratta – continua – di un parere importante, sollecitato dall’Ato, che apre le porte sia alla realizzazione della barriera idraulica sia alla riapertura dei pozzi industriali. Questo parere del luglio del 2014, però, rimanda alle competenze del Ministero della Sanità e del Ministero dell’Ambiente che hanno comunque l’ultima parola in merito. Non vorremmo dunque che la decisione del sindaco di tirare fuori dal cassetto questo parere fosse in realtà per provare a prendere tempo rispetto ad una situazione che sta diventando oramai insostenibile. E’ oramai un anno che il territorio è alle prese con questa situazione di emergenza e di risultati concreti non ce ne sono stati. Il piano di messa in sicurezza della falda redatto dall’Ato è fermo alla Regione Campania e la barriera idraulica e l’acquedotto di surrogazione restano ancora delle idee che non si sa quando potranno essere realizzate. Si è parlato della realizzazione di un nuovo pozzo per aumentare la portata dell’acquedotto comunale ma sinceramente fatico a credere che la Provincia che, rispetto a questa emergenza ha dimostrato di avere un atteggiamento attendista indicando la ‘caratterizzazione’ dei siti come preliminare a qualsiasi altra cosa, possa autorizzare l’apertura di un nuovo pozzo in un’area come quella solofrana che deve affrontare delle emergenze di matura ambientale estremamente complicate. E non dimentichiamo che su tutta la vicenda pesa l’indagine della magistratura che ha messo sotto sequestro il pozzo idrico di via Consolazione e che ancora sta indagando. E dunque? Ritengo che la vicenda dei pozzi industriali e dell’acquedotto comunale vada scissa. Gli imprenditori sostengano l’onere per eseguire a proprie spese la caratterizzazione, e procedano all’eventuale bonifica, dei siti dove insistono i pozzi industriali così da creare le condizioni per la loro riapertura. Liberando quindi l’acquedotto civile dal peso di dover alimentare anche le aziende. Potrebbero anche prendere in considerazione l’acqua, comprandola a contatore da latri gestori. Oramai è evidente che far coesistere aziende ed utenze civili non è fattibile ed i fatti delle ultime settimane lo hanno evidenziato in maniera chiara. Per l’acquedotto civile la parola d’ordine è ammodernamento. La rete è vetusta e le perdite sono tante. Ed il comune di Solofra si è concesso il lusso di sprecare l’opportunità di finanziamento legata all’accelerazione della spesa. Ed ora dovremo accontentarci di quel poco che verrà dalla Regione Sindaco per il 2015, per favore, più concretezza e meno voli pindarici e “scaricabarile”, chiude la nota.

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