Una borsa di studio dedicata al Generale Repole

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Generale Nicola Enrico Repole. Gli studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore De Sanctis di Sant’Angelo dei Lomabrdi sono stati chiamati a proporre un proprio elaborato, o scritto o grafico- multimediale, sul tema “L’esercito in tempo di pace”. Il concorso, voluto e finanziato dal sindaco del centro dell’alta irpinia Rosanna Maria Repole, ha riscosso un gran successo tra gli studenti che hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa. Tra tutti i partecipanti, ugualmente insigniti dell’attestato di partecipazione, la commissione esaminatrice, composta dall’ex preside del De Sanctis, prof. Marandino, dalle prof.sse Calabrese e Minichiello, rispettivamente per la componente letteraria e per quella artistica, ha premiato ad ex aequo i quattro studenti del liceo classico Antonia Preziuso, Carmine Iurio, Chiara Farese e Doriana Di Pietro. Mercoledì mattina, presso l’ Aula Mons. Chiusano dell’IISS Francesco de Sanctis, in molti hanno preso parte alla manifestazione per commemorare il ventennale dalla morte del Generale C.A. Nicola Enrico Repole, una figura molto significativa e importante per il territorio, un valente militare, ma ancor di più un uomo dotato di grande umanità e generosità. A promuovere l’evento è stata proprio la figlia del generale, Rosanna Maria Repole, attuale sindaco di Sant’ Angelo dei Lombardi, visibilmente commossa e umanamente toccata, soprattutto mentre ha tracciato il profilo di suo padre. Rivolgendosi ai giovani alunni lo ha definito “Un giovane del Sud”. La Repole ha rimarcato l’importanza educativa e civile di ricordare un tale personaggio “che, pur nella sua assenza materiale, si mantiene una presenza morale e un riferimento importante per i giovani e non solo: è proprio il ricordo il fondamento per costruire il futuro”. Un primo momento dell’incontro è stato dedicato ad un dibattito tra gli illustri ospiti, mediato dal dirigente scolastico del “De Sanctis”, prof. Giovanni Ferrante, sul tema dell’esercito, del suo ruolo nella società civile, della sua utilità nell’ ambito del mantenimento della pace – globalmente, soprattutto dove si localizzano i focolai degli attuali conflitti, e localmente, come supporto alla popolazione nelle calamità e nei pericoli. Il messaggio del preside ha sintetizzato il leitmotiv della giornata. Riprendendo una celebre frase di Sallustio, Ferrante ha evidenziato che “nella concordia anche le piccole cose crescono, nel contrasto anche le più grandi svaniscono” e rivolgendosi agli studenti ha rinnovato l’invito a seguire modelli come quelli del Generale Repole, “un uomo che ha dato lustro alla comunità”. “Solo così – ha detto Ferrante – si realizzerà un’ Italia migliore, perché, come diceva Francesco De Sanctis, “l’Italia sarà quello che sarete voi”. Tra le autorità presenti, l’ex sindaco di Sant’Angelo Michele Forte, il consigliere regionale Rosetta d’Amelio, il colonnello Francesco Merone, comandante provinciale dei Carabinieri, il tenente Dario Pizzirusso, ex studente del “De Sanctis” ora militante nell’esercito come medico, il comandante del 232 Battaglione Valverde dell’esercito e, infine, il Generale Roberto Jucci, ex comandante generale dei Carabinieri ed intimo amico del generale Repole. Tutti hanno voluto dare il loro contributo alla giornata con brevi ma significativi interventi. Si è voluto sottolineare, riprendendo il tema della giornata “L’esercito in tempo di pace”, le differenze nel ruolo e nell’ impiego dell’esercito ieri e oggi, prendendo come spartiacque la Guerra Fredda. E’ stata evidenziata l’importanza attuale dell’esercito per il suo ruolo civico, nella protezione civile, e del ruolo educativo e formativo per i giovani, uomini e donne, ma nondimeno nelle cosiddette “missioni di pace”, che, nonostante le molte strumentalizzazioni, sono l’unico mezzo per operare a livello globale il mantenimento della pace, cioè portando ovunque i valori di solidarietà, umanità e pace, di cui l’esercito e la scuola sono la culla. Si è concluso che, a dispetto dei naturali ed eventuali cambiamenti nel tempo, l’esercito è ed è sempre stato uno strumento di pace. Significativo e sentito è stato l’intervento del Generale Jucci, che ha definito il suo amico fraterno “Nicolino” come un punto di riferimento per i suoi sottoposti, per i commilitoni e, più in generale, per tutto il territorio Irpino. In nome dell’amicizia pluridecennale che lo legava al generale Repole, il Generale Jucci ha voluto ricordare “l’uomo che stava dietro al valoroso militare, un uomo che, nonostante la sua autorevolezza, “faceva famiglia con i suoi soldati” ed era amato da tutti per la sua disponibilità e stimato per la sua grande capacità organizzativa”. Il generale Jucci ha anche evidenziato il profondo attaccamento al territorio irpino da parte del Generale Repole, “che si tradusse in tempestivi ed efficaci aiuti nel critico periodo del post-terremoto e nell’impegno ad allargare a tutti l’appello a cooperare per i terremotati”. Sia il sindaco Repole, figlia del generale Repole, che l’ex Comandante dell’Arma dei Carabinieri Jucci hanno rivolto un invito ai giovani “a rivalutare il servizio civile per considerarlo un mezzo fondamentale per attivarsi sul proprio territorio e nella propria comunità, testimoniando ineluttabilmente tutto il proprio attaccamento e il proprio spirito di abnegazione e d’altruismo”.  

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