VD/Immigrati in Irpinia, al tavolo in Prefettura accuse incrociate

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La questione immigrati tiene banco in Irpinia. Ad oggi hanno trovato ospitalità 451 persone sulle 715 assegnati. Un numero che aumenterà ancora vista la situazione difficile che si registra nel porto di Salerno. L’accoglienza e l’assistenza prima di tutto.

Ma i problemi riscontrati sono anche altri. Le cooperative sociali, impegnate in primo luogo reclamano i pagamenti: fino ad oggi non hanno ricevuto nessun compenso e si ritrovano nell’emergenza più assoluta a dover far fronte ad anticipare fondi. I sindaci si sentono esclusi e non coinvolti nonostante sul proprio territorio arrivino continuamente immigrati, i sindacati invece puntano l’indice per la situazione sanitaria e per le “accoglienze inumane” che devono sopportare gli immigrati una volta giunti in Irpinia ( Monteforte, Mercogliano, Venticano, Flumeri, Montoro, Teora, Manocalzati, Pietrastornina). Strutture per lo più abitative, ma anche alberghi e agriturismo che danno la propria disponibilità non direttamente alla prefettura ma alle associazioni no profit che setacciano la nostra provincia alla ricerca di immobili. Da molti viene definito “business degli immigrati” ma nei fatti non lo è. Le associazioni partecipano ad un bando di gara predisposto dalla Prefettura. Il costo ad immigrato è fissato intorno ai 30/35 euro e si risponde al ribasso. La cifra è comprensiva anche del pocket money ( una sorte di buono 2,5 euro che le associazioni riconoscono all’immigrato). Tutta l’altra parte restante va investita tra vitto, alloggio e assistenza).

I rappresentanti delle cooperative presenti al tavolo in Prefettura ad Avellino hanno voluto chiarire: “siamo in emergenza, non riusciamo a trovare strutture. Sono stati interpellati anche i sindaci di molti comuni, ma non abbiamo ricevuto risposta. Perciò ci apriamo ai privati. E’ previsto dal Ministero, anzi può rappresentare anche un momento di smuovere l’economia. Noi siamo costretti ad anticipare molte somme, la Prefettura, ma in questo caso è lo Stato, ritarda i pagamenti anche di tre, quattro mesi. Siamo stanchi di recitare il ruolo del capro espiatorio”. Una vicenda che vede nei sindacati lanciare la maggior parte delle accuse: “c’è una emergenza sanitaria e di ordine pubblico. Chi controlla le strutture dove vengono ospitati gli immigrati, ci sono luoghi addirittura che mortificano la dignità umana”.

Su tale punto la Prefettura ha annunciato: “da alcune settimane stiamo effettuando dei controlli sulle abitazioni. Non abbiamo riscontrato problemi”. Dal punto di vista sanitario, i referenti dell’Asl rassicurano: “seguiamo le procedure nazionali, c’è la massima sorveglianza. Fin dallo sbarco gli immigrati vengono controllati e quando giungono in irpinia sono accompagnati da una scheda sanitaria che di volta in volta viene aggiornata”. Ma un’altra questione spinosa è la permanenza. Gli immigrati si ritrovano in comunità non loro e vagano. Le associazioni chiedono di farli impegnare nel sociale, nella manutenzione delle strade, ma i sindaci presenti non sembrano interessati ad un simile coinvolgimento e lamentano di non essere interpellati. L’integrazione è difficile, anche perché da parte delle popolazioni c’è una certa presa di distanza. Una storia che certamente non finirà da un giorno all’altro.

Di seguito le interviste a Vincenzo Petruzziello della CGIL ed al sindaco di Monteforte, Antonio De Stefano

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