Lupi: il primato e la pace ritrovata. Adesso riprendiamoci la B

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Avellino – Bello, cinico, camaleontico e inarrestabile. 13 risultati utili consecutivi, 38 goal siglati e primo posto solitario. Tutto questo è l’Avellino di Galderisi. I lupi continuano a mietere vittime di domenica in domenica, sempre grazie alle reti dei soliti noti Evacuo-Biancolino-Grieco e Moretti, che colpiscono gli avversari con la stessa precisione degli ‘arcieri’. Questa volta è toccato alla Sambenedettese tornarsene a casa con tre sberle. Gli uomini in casacca verde confermano l’imbattibilità casalinga e la ritrovata legge del ‘Partenio’. Otto gare disputate, sette successi ed un pareggio. E’ questo il ruolino interno del plotone guidato da ‘Nanu’. Una ‘macchina’ quasi perfetta quella plasmata dal duo Maglione–Galderisi. Una ‘creatura’ che sta dimostrando di avere tutte le carte in regola per ritornare da subito in cadetteria. Ma loro, i due principali artefici del miracolo biancoverde, continuano a gettare benzina sul fuoco. Conservando quell’umiltà che ha contraddistinto la stagione fino a questo momento. Un primo posto strameritato con i lupi che possono guardare dall’alto verso il basso le due favorite del torneo Foggia e Perugia. Indietro rispettivamente di due e dieci punti. Un distacco ‘falsato’ soltanto dalla penalizzazione inflitta dalla disciplinare. Una risalita partita dal ‘Libero Liberati’ di Terni. Cambiano i moduli, gli uomini ma il risultato è sempre lo stesso. Quattro successi di fila per Moretti e compagni che pian piano stanno acquisendo consapevolezza nei propri mezzi. E’ un Avellino spietato come dimostrano i larghi successi ottenuti ai danni di Ternana, Cavese e Sambenedettese, ma che allo stesso tempo sa soffrire come a San Marino, dove ha acciuffato i tre punti nel finale, grazie a Moretti che nel momento di maggiore sofferenza della squadra ha tirato fuori dal cilindro il jolly. Ma dietro ai ‘fantastici quattro’ ci sono i polmoni di Riccio, Di Cecco e Porcari, le parate di Gragnaniello, la forza di Bacis, Puleo, Ametrano, D’Andrea e De Angelis. Senza dimenticare il sacrificio di quanti come Tufano, Ascenzi, Rivaldo che, spesso entrati a dare una mano a gara inoltrata, gettano fino all’ultima goccia di sudore. L’Avellino è ‘Regina’ del torneo non per fortuna o per demeriti altrui, ma perché le spetta, perché è forte. In tanti avevano espresso giudizi affrettati su questa squadra. In molti non credevano in questo gruppo che, prima di essere tale, è una vera famiglia. La salutare ‘scoppola’ di Ravenna è ormai alle spalle, il campionato è lungo e difficile, ma è inutile continuare a nascondersi dietro un dito, è superfluo dire che questa squadra mira ai play-off. L’Avellino è cresciuto… è diventato grande. E se i Pugliese a gennaio faranno un altro piccolo sforzo questa squadra non avrà rivali. Il sogno di Maglione si chiama Cutolo… e chissà se non sarà proprio lui il regalo che mister Galderisi troverà sotto l’albero. Adesso godiamoci questo momento, con un ambiente ritrovato, con una contestazione che pian piano sta rientrando. E’ tornata la pace e tutto questo per il bene del lupo. (Di Sabino Giannattasio)

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