Avellino – In fiamme un escavatore: secondo attentato in tre giorni

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Avellino avvolta dalla morsa della paura. Dopo l’episodio di venerdì, un’altra notte di panico per la città capoluogo. La dinamica del sinistro sembra essere sempre la stessa: ignoti, approfittando del silenzio delle ore notturne, hanno appiccato il fuoco ad un escavatore in un cantiere di via Circumvallazione, nei pressi del Conservatorio Cimarosa, dove è in via di realizzazione una struttura alberghiera. Degli sconosciuti, infatti, dopo essersi furtivamente introdotti all’interno del cantiere edile, hanno cosparso di liquido infiammabile la cabina dell’escavatore e hanno poi appiccato un incendio. Per fortuna le fiamme hanno avvolto soltanto la cabina di comando senza distruggere l’intero mezzo e senza propagarsi all’area in costruzione. Sull’episodio indagano i Carabinieri della Compagnia di Avellino che per lunghe ore hanno ascoltato Luca Marinelli, proprietario della ditta che ha ottenuto l’appalto per i lavori di via Circumvallazione. L’uomo ha spiegato agli inquirenti di non aver mai ricevuto minacce o intimidazioni che potessero lasciar presagire l’accaduto. Dopo l’attentato al Corso Vittorio Emanuele, infatti, le Forze dell’Ordine, oltre ad avviare le indagini, avevano potenziato i controlli al fine di impedire il verificarsi di altri sinistri. Eppure l’alto livello di guardia non ha impedito che si agisse ancora una volta e peraltro nel giro di pochissimo tempo. Un colpo che alza ulteriormente l’allarme in città e che mostra a chiare lettere come gli imprenditori irpini siano nel mirino dei malviventi. Intanto i Carabinieri continuano le indagini per risalire ai responsabili del sinistro, mentre la Polizia lavora sulla stessa linea d’onda per quanto riguarda l’attentato dello scorso sabato.

Allarme criminalità, Iandoli: “Serve un attacco frontale”
“Quello che sta accadendo in città non è più tollerabile”, Modetino Iandoli, presidente provinciale di An, commenta in questi termini l’ennesimo attentato incendiario che si è verificato la notte scorsa ad Avellino. “Siamo costretti ancora una volta a denunciare la scarsa incisività delle azioni messe in campo per la sicurezza in città. Ma la recrudescenza alla quale stiamo assistendo in questo periodo è un fatto assolutamente inedito per la città e per l’Irpinia tutta. Non si può restare a guardare e non ci si può nemmeno limitarsi ad osservare quel che accade senza una reazione adeguata”. Iandoli si sofferma anche sull’episodio che si è registrato al corso Vittorio Emanuele. “Non era mai successo che episodi di tale gravità si verificassero al centro della città. E questo deve far riflettere tutti. A questo punto è necessaria una reazione immediata e frontale. Non possiamo permettere che fenomeni di criminalità così pericolosi si annidino nelle maglie del nostro tessuto sociale. Ciascuno per la propria parte, ciascuno secondo quello che è il proprio ruolo, deve dare un contributo per spezzare questo difficile clima che si sta vivendo ad Avellino e in Irpinia negli ultimi tempi”.

Pionati lancia l’appello: “Rispondiamo adeguatamente all’emergenza in atto”
“Un confronto immediato tra tutte le forze politiche per identificare, se necessario, nuove forme di governo degli enti locali che diano alla camorra il senso di un contrasto totale da parte del mondo politico e istituzionale”: è la sollecitazione giunta dall’Udc e dal senatore Francesco Pionati che esprime piena solidarietà alle Forze dell’Ordine e lancia l’appello “… a rispondere adeguatamente all’emergenza in atto”.

Contro i ‘modelli pericolosi’ il Fiorellino propone ‘una consapevolezza nuova’
Nel prendere atto di un nuovo episodio riconducibile al racket, il coordinamento cittadino e quello provinciale della Margherita esprimono rinnovata preoccupazione e ferma condanna. “Per la seconda volta si colpisce il cuore della città. Segnali inquietanti – si legge nella nota del Fiorellino – riconducibili alle modalità operative tradizionali della criminalità organizzata, rispetto ai quali le istituzioni, le forze politiche e la comunità avellinese non possono tacere”. In quest’ottica la Margherita ritiene opportuno lanciare in campo un’idea: “Una forte iniziativa finalizzata ad una presa di coscienza del proprio territorio e dei cambiamenti intervenuti su di esso negli ultimi anni”. Dunque, ripartire da una consapevolezza nuova “per espellere dal territorio questi modelli pericolosi ed estranei alla nostra cultura”.

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