1 e 2 novembre: gli irpini ‘preferiscono’ i crisantemi

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Ognissanti e commemorazione dei defunti: tornano in auge i crisantemi che, dopo i garofani e le rose, si attestano come i fiori più coltivati in Italia. Diverse le offerte in base alla forma, al colore e… al prezzo. Insomma, è possibile fare un affare senza correre il rischio dell’immancabile trappola del venditore che, soprattutto in periodi come questo, punta al vertiginoso rialzo del costo. E il legame tra il fiore e la tradizione induce la Coldiretti a dare un consiglio: operare una scelta consapevole ed optare per un acquisto ragionato. La gamma delle forme del crisantemo sul mercato è infatti ampia così come i prezzi che variano da 1 euro e 50 centesimi a 4 euro fino a più di 10 euro se si tratta di una composizione. In Italia – secondo l’analisi della Coldiretti – vengono prodotti 9 milioni di vasi di crisantemi all’anno e circa 650 milioni di steli venduti per la maggior parte proprio nei giorni della commemorazione dei defunti. Il tutto per una spesa che si aggira intorno ai 400 milioni di euro. Il costo, tuttavia, cambia a seconda del momento e dei luoghi e per questo è opportuno, nonostante il tipo di ricorrenza, non fare acquisti di impulso, ma verificare e mettere a confronto i diversi costi sul mercato. Consigli anche per far sopravvivere i fiori: cambiare l’acqua nei vasi ogni due o tre giorni e tagliare saltuariamente il gambo. Se in Italia il crisantemo rappresenta il fiore per eccellenza della commemorazione dei defunti, in Giappone, invece, è fiore nazionale, emblema araldico della famiglia imperiale e il principale ornamento floreale utilizzato per la celebrazione delle nozze. In altri Paesi è invece il simbolo della vita, della forza d’animo e della pace. Il “fiore d’oro” è anche noto, inoltre, per le proprietà terapeutiche e per il suo aroma in cucina. La sua produzione è sicuramente una delle tecniche più complesse basti pensare al fatto che occorre programmare la fioritura, dosando le ore di buio e di luce con la copertura delle piante in funzione del momento in cui i fiori verranno messi in commercio. In Italia le regioni di maggior produzione sono la Liguria, la Campania, il Lazio, la Toscana, la Puglia e la Sicilia. Non solo: risultano attive 33.181 aziende florovivaistiche per una superficie coltivata di 38.541 ettari; il 48 per cento di queste aziende si dedica alla floricoltura, il 43 per cento al vivaismo e solo il 9 per cento a entrambe le attività, mentre i fiori più coltivati in Italia sono nell’ordine i garofani, le rose, i crisantemi, le gerbere e gli anemoni.

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