Alvino (IdV): “Quale futuro per Fiat in Irpinia?”

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Avellino – “La netta chiusura di Sergio Marchionne a realizzare futuri investimenti in Italia palesata al governo nei giorni scorsi pone un interrogativo al quale va data una risposta prima che gli eventi ci crollino addosso. C’è un futuro o meglio una possibilità che Fiat rimanga in Irpinia?”. Così Gaetano Alvino, numero due della segreteria provinciale dell’IdV di Avellino.
“I dati a disposizione oggi dicono che da più di un anno Irisbus non produce più niente – continua – solo cassa-integrazione fino a quando si troveranno i fondi ed FMA è stata progressivamente svuotata dal ciclo produttivo dei motori con la stessa tecnica adottata a Termini Imerese la cui fine è nota a tutti. L’aggravante sta poi nel fatto che degli ultimi tre modelli (500, Giulietta e 500L) sui quali Fiat punta per rilanciare il comparto auto, in Italia non viene realizzato nemmeno il cotone per cucire la tappezzeria e circostanza ancor più drammatica nell’ottobre del 2013 scadrà l’integrazione salariale per gli operai FMA che attualmente se va bene lavorano al massimo sei giorni al mese. Gli elementi possono bastare per far comprendere a politica,istituzioni e parti sociali che la miscela se non si corre al riparo rischia di diventare esplosiva. Posto allora che Fiat non ha più alcun interesse a produrre automobili in Italia e quindi non ha più senso insistere sull’a.d. è pensabile ad un riposizionamento degli impianti Irisbus ed FMA al fine di realizzare in Irpinia macchine per l’agricoltura e per l’edilizia ovvero ciò che tutt’ora fa Fiat Industrial tramite la controllata New Holland in altre parti del mondo? Flumeri e Pratola Serra sono stabilimenti tecnologicamente avanzati e non necessiterebbero di grossi investimenti per la riconversione. Anzi costerebbe di più al ministero per lo sviluppo economico rifinanziare per i prossimi due anni la cassa in deroga nella malaugurata ipotesi che Fiat decidesse di chiudere FMA”.

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