Gengaro: “Ad uno schiaffo ne restituisco due…”

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di Teresa Lombardo – Si definisce ulivista di prim’ora e un prodiano convinto. E’ orgoglioso, giovane ma con un ricco bagaglio politico alle spalle, testardo e provocatorio: è l’identikit di Antonio Gengaro, capogruppo di Libera Città. A lui le frecce avvelenate contro i partiti: Margherita, Ds, – quelli che compongono l’alleanza cittadina – ‘preparati’ a gestire il potere; contro Sdi e Udeur pronti ad accontentarsi delle briciole. A lui le confessioni su una politica “super clientelare di De Mita e Mancino”. A lui le parole pungenti e le esternazioni sul tipo: “Se i Ds adottassero la politica Fassino, Veltroni e D’Alema, non avrei difficoltà a stare con loro”. A lui le ‘posizioni’: “Voterò Bassolino”. Dalla politica di Palazzo di Città a quella di Palazzo Santa Lucia che vedrà, forse, Libera Città correre da sola, a patto che…
A otto mesi dalla campagna elettorale, se potesse tornare indietro cosa non rifarebbe?
“Alla luce delle scelte del centrosinistra non ho alcun rimpianto. Non c’è alcun profilo comune, è solo questione di potere. In Irpinia c’è una crisi di qualità di proposta politica di classe dirigente. Ovviamente imputabile ai partiti. Dunque la questione dorsiana è ancora aperta. Poi le idee rimangono le stesse: democratiche e riformiste”.
Non ritiene che l’alleanza con il centrodestra abbia sbandato gli elettori? E quindi sia stato un errore di valutazione?
“Sono tra quelli che ha vissuto con più difficoltà quest’alleanza. C’era la necessità di organizzare un’opposizione. Sarebbe stato più giusto correre da soli, anche se ho grande stima delle persone che compongono il Patto civico. Non è detto però, che non lo faremo ai prossimi appuntamenti, ad esempio alle politiche presentando alla Camera e al Senato liste autonome. Il tutto se non c’è rinnovamento profondo della classe dirigente del centrosinistra”.
Nello specifico cosa non va nei partiti che compongono l’alleanza ulivista?
“I Ds irpini hanno deciso di accantonare una battaglia di rinnovamento per mera convenienza. Se il partito fosse quello di D’Alema, Veltroni, Fassino sarei molto tentato di farne parte. La Margherita è di De Mita che intelligentemente si è ritagliato un ruolo regionale. Tiene in piedi un sistema di potere che riguarda solo la regione Campania e l’Irpinia. Eppure avrebbe potuto giocare un ruolo nazionale di altissimo livello se avesse scelto il profilo della elaborazione e di padre della classe dirigente cattolica popolare piuttosto che della gestione. L’Udeur e lo Sdi: si accontentano delle briciole”.
Da un giudizio politico a quello più amministrativo. Diversi i problemi della città capoluogo: viabilità, rifiuti, etc. Qualche ombra sollevata dall’opposizione consiliare: il più eclatante il corso di formazione per gli ausiliari del traffico. Cosa si sente di dire all’amministrazione Galasso?
“C’è un grande ritardo e soprattutto l’amministrazione vive le contraddizioni. Prima questione: il Prg. Mi sembra che si è riequilibrata la posizione. Se la linea è quella dei piccoli aggiustamenti al Piano, su questa linea possiamo ritrovarci. Naturalmente parlo come esponente di Libera Città. Però rimango sempre scettico e dell’opinione che il Consiglio debba essere protagonista delle scelte urbanistiche. Sul fronte della viabilità: si registrano fallimenti evidenti. La vicenda della implosione del corso di formazione degli ausiliari è solo la punta dell’iceberg. Vedo un assessore che è stato lasciato solo dall’amministrazione e dalla maggioranza. Non capisco perché non è stato affiancato un dirigente vero che si occupasse di traffico e non capisco perché la delega ambiente non è stata accorpata alla mobilità. E’ un settore che non può vivere alla giornata. Deve sciogliere il nodo di via Matteotti. Il castello di sabbia costruito sul concorso fantasma, è stato smantellato con le iniziative di De Fazio, come Gentile marcava Maradona nei mondiali dell’82. Poi la questione dei rifiuti: c’è uno scenario inquietante e solo un intervento serio della Magistratura potrà fare chiarezza. L’Asa è stata consegnata ad un privato che guarda caso aveva interesse nella Irm. Un guazzabuglio dal quale bisogna uscire con il recupero di una buona politica che affronti con serietà i problemi. L’unica classe dirigente che ha trattato il problema rifiuti è stata quella dell’amministrazione Di Nunno dotandosi del primo Cdr della Campania. Non è colpa nostra se i termovalorizzatori e le discariche per fos e sovvalli non sono stati fatti. Se non avessimo avuto quest’impianto, Avellino sarebbe stata la nuova Beirut. Bisogna avere gli occhi aperti perché anche in Irpinia ci possono essere pratiche camorristiche”.
E del settore personale?
“Da un lato si lavora bene per la preparazione futura. D’altro canto sorprende che vengano fuori pseudo bandi. Chi li controlla?”.
Cosa ha fatto di buono l’amministrazione Galasso?
“Si è dotato di un ufficio stampa efficiente. Stanno seguendo i due filoni aurei ereditati dall’amministrazione Di Nunno. Mi riferisco ai fondi europei del Pica e della riqualificazione urbana. Abbiamo lasciato un’eredità di 800 miliardi di vecchie lire. Ho detto al sindaco che si stancherà a furia di tagliare nastri per opere pensate, progettate e finanziate grazie alle nostre ultime amministrazioni. Fra qualche anno la città avrà una serie di funzioni importanti che rivaluteranno il ruolo a livello regionale”.
Nella scorsa seduta di consiglio comunale è slittata la surroga di Michele Palladino: la minoranza ha abbandonato l’aula.
“Noi abbiamo abbondantemente spiegato la nostra posizione: questione di principio. Non ho nulla contro la sua persona. E’ gravissimo però che la maggioranza non abbia nemmeno quel minimo di unità per compiere una legittima surroga. Mi chiedo: davanti alle grandi scelte – che pure dovrebbe fare – quale sarà l’atteggiamento? Il limite di quest’amministrazione è che di fatto i poteri del sindaco non esistono. E’ solo colui che ratifica le scelte dei partiti che compongono l’alleanza. E’ molto presente ed impegnato per tutto ciò che riguarda la rappresentanza dell’ente, scarsamente incisivo nel ruolo di guida e sulla capacità di indirizzo nelle grandi questioni della città”.
Dalla politica cittadina a quella regionale. Cosa farà Libera Città all’appuntamento delle Regionali?
“Nasciamo su posizioni democratico riformiste. Anche se per motivi contingenti c’è stata una deviazione (il Patto Civico, ndr). Non so gli altri cosa faranno, io voterò Bassolino”.
Come…?
“E’ un leader che ha interpretato bene la nuova fase della politica. E’ l’unico leader del Mezzogiorno”.
Non crede di apparire contraddittorio?
“No. L’alleanza con il Patto Civico è stata una scelta per la città di Avellino. E’ stata fatta su un profilo programmatico. Contro un potere asfissiante ed iper clientelare rappresentato da De Mita e Mancino supportato dai Ds. Sono un ulivista di prim’ora, un prodiano convinto. Un gruppo di noi ha presentato la propria faccia quando i Democratici Cattolici stavano diventando impresentabili. L’alleanza è nata per reagire all’operazione canaglia che ha costretto un galantuomo come Di Nunno, a dimettersi. Non meritavamo un comportamento simile non avendo portato a casa le casse del Comune. Anche se un cristiano dovrebbe sempre porgere l’altra guancia, io sono dell’opinione che, se mi dai uno schiaffo te ne restituisco due”. A buon intenditor … poche parole.

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