Campania nelle ultime posizioni per qualità della vita: Avellino supera Benevento, Napoli resta fanalino di coda

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2014

Nella 26ª edizione della classifica sulla qualità della vita stilata da ItaliaOggi e Ital Communications, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, le province della Campania continuano a occupare posizioni di coda. Tuttavia, alcune registrano lievi miglioramenti. Avellino sale dalla 83ª alla 82ª posizione, superando Benevento, che invece scivola dalla 76ª all’83ª. Salerno guadagna un posto, passando dall’86ª all’85ª, mentre Caserta compie un balzo più significativo, salendo dal 94º all’88º posto. Napoli rimane tra le peggiori province italiane, pur salendo dal 99º al 95º posto.

In testa alla classifica, Milano si conferma al primo posto grazie al suo equilibrio tra infrastrutture, vitalità economica e servizi. Seguono Bolzano e Monza, con Bologna e Trento a completare le prime cinque posizioni. La classifica evidenzia però un netto divario tra il Nord, in particolare il Centro-Nord, e il Sud Italia, dove le province continuano a soffrire condizioni di disagio sociale e infrastrutture inadeguate.

La ricerca valuta numerosi aspetti della qualità della vita attraverso 93 indicatori che includono ambiente, sicurezza, istruzione e lavoro. Per quanto riguarda “Affari e lavoro”, Bolzano e Bologna mantengono i primi posti, seguite da Verona e Trieste. La Campania, purtroppo, fatica a emergere anche in questa dimensione.

Nel settore ambientale, Monza è leader, con Napoli e altre città meridionali ancora lontane dai vertici. Sul fronte della sicurezza sociale, Rovigo è in cima alla lista, mentre Taranto chiude la classifica. Napoli è ancora ultima nella dimensione “Affari e lavoro”, ma guadagna punti in altre aree come infrastrutture.

Secondo Marino Longoni, condirettore di ItaliaOggi, il divario tra Nord e Sud resta uno dei principali risultati dello studio. Nonostante la crescita delle città metropolitane, al Sud continuano a manifestarsi gravi problemi legati alla sicurezza, ai servizi pubblici e alle opportunità economiche.

L’analisi conferma la necessità di investimenti mirati per ridurre le disuguaglianze regionali, migliorando la vivibilità nelle aree più svantaggiate.