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Covid, primo giorno di “libertà”, i timori della Cgil: “Immaginare che tutto si possa fare per decreto non ci convince”

Focus della Cgil irpina sui servizi pubblici essenziali proprio alla fine dello stato di emergenza per covid, nel giorno in cui l’Italia entra in una nuova fase, con meno limitazioni per gli esercizi pubbilici e gli stadi, ad esempio, e lo smantellamento di Commissario e Cts. In pratica, l’emergenza coronavirus è finita, da oggi per gli over 50 non sarà obbligatorio il super green pass sui luoghi di lavoro ma sarà richiesto solo il certificato base.

Cambiano le regole anche per la scuola dove resteranno a casa solo gli alunni positivi. “Usciamo dall’emergenza per decreto ma, di fatto, continuiamo ad avere, almeno in provincia di Avellino, grossi tassi di positività. Immaginare che tutto si possa fare per decreto non ci convince”, afferma Franco Fiordellisi, segretario generale Cgil Avellino. “Occorre mantenere la guardia ancora alta: il nostro sindacato lo farà e lo chiederà a chi di competenza”.

Particolare attenzione sul mondo della scuola. “Per fortuna sono state lasciate le corse aggiuntive, parlo dei trasporti scolastici. Ma credo che si scatenerà un certo problema, con il rientro di personale fragile o non vaccinato, e bisognerà capire anche dove allocarlo. Si sa, poi, che ci sono intere classi dove tantissimi bambini, per l’età o perché ancora non vaccinati, sono positivi. Inoltre, le opere che chiedevamo e che dovevano essere fatte nel Pnrr, di ventilazione forzata, di miglioramento delle condizioni delle classi, non sono state fatte. Il personale – prosegue Fiordellisi – che ha dato una mano per andare avanti sia nella sanità che nelle scuole corre addirittura il rischio di essere estromesso”.

Le preoccupazioni di Fiordellisi sono condivise da Erika Picariello, segretaria generale Flc Cgil Avellino. “Da oggi una serie di restrizioni vengono meno, ovviamente la valutazione in termini di resposabilità per quanto concerne la normativa sulla sicurezza è tutta in capo al dirigente scolastico che potrà valutare ad esempio se regolamentare le attività didattiche in presenza o meno. Come clima nelle scuole quello che si nota è un clima fondato sul malumore legato soprattutto alla querelle vaccinati-non vaccinati che sarebbe stata superata, senza dividere il personale, se il Governo avesse inteso procedere con una norma primaria, questo avrebbe consentito di incanalare la vaccinazione in un percorso molto meno accidentato”.

“Ovviamente – dice ancora Picariello – anche se alcune restrizioni vengono meno, l’attenzione nei servizi pubblici essenziali è massima, perché abbiamo comunque ancora condizioni di classi numerose e tanti altri problemi”.

Per Paolo Ricci, professore ordinario all’Università Federico II di Napoli, “nonostante tanti investimenti nel periodo del covid, i servizi in generale nel mondo della sanità, sembrano non restituirci un quadro incoraggiante. Dobbiamo sperare che le risorse del Pnrr, una delle sei missioni è dedicata alla sanità, facciano recuperare il terreno che si è perduto in questi anni”.

“La scuola – sottolinea Ricci – non è soltanto edilizia, come nel Pnrr si dice e si scrive, non è solo migliorare gli ambienti, è anche quello, ma è anche nuova programmazione, centralità degli studenti, dei docenti. Negli ultimi anni si è parlato tanto di merito, centralità della scuola, senza che facesse seguito una politica davvero entusiasmante per la scuola italiana”.

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