Ci sono ancora delle foto, probabilmente un po’ ingiallite, di quella giornata che Alberta De Simone definisce “storica per Atripalda”. Sono le immagini scattate il 19 giugno del 1993, quando l’allora presidente della Camera, Giorgio Napolitano, inaugurò il parco pubblico San Gregorio-Pietramara.
Taglio del nastro di un polmone verde per la cittadina della Valle del Sabato, grazie all’intuzione dell’amministrazione comunale dell’epoca. In quegli anni, era acceso il dibattito perché era in atto un grosso taglio di alberi nella pineta “Sessa”.
La giunta del sindaco Piscopo e della vicesindaca De Simone intervenne in modo netto e radicale, conferendo all’Ufficio Tecnico comunale l’incarico di redigere una variante al Piano regolatore generale che destinava l’area a “Parco pubblico”. Il Comune acquistò l’area il 15 novembre 1991 per una cifra di 850 milioni delle vecchie lire. Dopo un paio di anni, nacque finalmente il Parco. Che è stato un fiore all’occhiello non solo per Atripalda. Intere generazioni della provincia e non solo, hanno vissuto quell’enorme spazio verde, godendo della salubrità dell’aria ed anche di tante interessanti manifestazioni che si sono tenute al suo interno.
Ora, dopo tanti anni di oblio, si torna a parlare del parco pubblico di Atripalda. L’amministrazione retta da Giuseppe Spagnuolo sta provando a dare nuova vita a tutta la zona. L’ex Pineta Sessa è interessata, infatti, da un lavoro organico di manutenzione, messa in sicurezza e riforestazione. E’ in atto il taglio di circa 720 piante, per un’area di 16 ettari sui 20 complessivi, e una successiva piantumazione di circa 1500 nuove essenze arboree.
I lavori hanno scatenato le polemiche di diverse associazioni. In pieno periodo pre-elettorale, in primavera ad Atripalda ci sarà il rinnovo del consiglio comunale, si è cominciato a parlare di scempio ambientale. Questa mattina il sindaco Spagnuolo, con il delegato all’Ambiente Costantino Pesca ed il progettista e direttore del cantiere, l’agronomo Erminio Luce, ha fatto chiarezza.
“Stiamo parlando di un bene pubblico molto importante non solo per Atripalda ma per l’intera area vasta di Avellino – ha sottolineato Pesca -. Noi di questo siamo consapevoli e proprio per questo motivo, abbiamo deciso di intervenire. Circa un paio di anni fa, ci siamo trovati difronte ad uno scenario di degrado e pericolo. I pini erano anche aggrediti dai parassiti. Gli alberi erano cresciuti molto in altezza e poco di diametro e tendevano a cadere. A parte qualche intervento, nessuno mai si è occupato del Parco. Era dunque opportuno compiere delle scelte. Tutto quello che stiamo facendo, era quanto mai necessario, anche per la prevenzione di incendi. Tutto quello che stiamo facendo, è stato opportunamente autorizzato e controllato. E abbiamo fatto tutto alla luce del sole, perché ne abbiamo discusso più volte in consiglio comunale”.
E’ poi intervenuto l’esperto, l’agronomo Luce. “Si potevano effettuare due scelte: continuare con soluzioni di emergenza, soluzioni tampone, oppure si doveva procedere nella pianificazione presente e futura dell’intero parco. Abbiamo optato per la seconda scelta perché è quella migliore. La situazione era davvero disastrosa, serviva una visione strategica del Parco, non potevamo non intervenire: tecnicamente, era l’unica scelta attuabile, non si poteva far finta di niente. Dovevamo assecondare la natura, già questa estate si vedranno i primi, buoni risultati”.
Prima che prendesse la parola il sindaco, è intervenuta l’ex parlamentare Alberta De Simone. “Non mi avete convinto”, ha detto rivolgendosi al sindaco, al delegato all’ambiente e all’agronomo. Ma, sostanzialmente, la De Simone ha “bacchettato” un po’ tutte le amministrazioni comunali che si sono succedute dal 1993 ad oggi. “Il mio auspicio era che ognuno di loro facesse sempre qualcosa di buono per il Parco, che magari ne acquisissero altri ettari. Oggi avremmo avuto uno dei Parchi più belli d’Italia”. La De Simone ha chiesto che, in contemporanea con i tagli, ci siano anche le piantumazioni di nuovi alberi.
“La pineta che abbiamo ritrovato e studiato qualche anno fa, non era più la pineta degli anni ’90 e 2000”, spiega il sindaco Spagnuolo. “Se non fossimo intervenuti, avremmo accompagnato il parco verso un invecchiamento naturale. L’80% dell’area nel 2020 era diventata impraticabile. Rassicuro l’onorevole De Simone, il piano prevede anche la ripiantumazione degli alberi. Il parco stava pian piano morendo da solo, ora si sta riprendendo”.