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FOTO / Mimì Manzo, un mistero lungo un anno. “Vogliamo la verità”

Un anno esatto di buio. 365 giorni senza avere più nessuna notizia. Domenico Manzo, per tutti “Mimì”, è come se fosse scomparso nel nulla. Di lui si sono perse tutte le tracce, non c’è nemmeno un corpo a testimonianza di un omicidio oppure di un incidente, forse un malore. Niente di niente. Il mistero sul 69enne di Prata Principato Ultra è fitto, sempre di più.

Domenico Manzo è scomparso esattamente un anno fa, ovvero l’8 gennaio del 2021. Non si sa più nulla di lui da quella sera. Erano circa le 21. A casa Manzo si sta festeggiando il compleanno di Romina, la figlia 19enne dell’ex muratore. Ci sono un po’ di amici della ragazza. Mimì, in base ad alcune testimonianze, era nervoso. E decide di uscire a fumare una sigaretta. Si dirige verso la stazione di Prata, una stazione in disuso: non partono e non arrivano treni.

E’ una serata piovosa, quella dell’8 gennaio 2021. E tira anche vento. Domenico Manzo viene ripreso dalle telecamere a circuito chiuso di un ristorante della zona. Che confermano che l’uomo si sia diretto verso la stazione. Dagli atti delle indagini, una 70enne, che risiede proprio difronte la stazione, in un primo momento dichiara di aver visto Mimì entrare in un’auto nella quale ci sono anche altre persone. Ma dopo, la donna smentisce tutto. Ritratta.

Verso le 22 circa, vengono allertate le forze dell’ordine: il fatto che l’uomo non rientri a casa, comincia a destare preoccupazione. Iniziano le ricerche del 69enne. Nei giorni successivi, scendono in campo anche i vigili del fuoco di Avellino, insieme a reparti speciali dei caschi rossi provenienti da fuori provincia.

Si cerca Mimì non solo nella zona ma anche nel fiume Sabato che scorre nei pressi della stazione. Il fiume viene scandagliato fino a Benevento. Niente di niente, Manzo non si trova. Nelle settimane successive, si effettuano ricerche anche nei pressi delle catacombe di Prata Principato Ultra. Ma anche queste ricerche danno esito negativo.

Secondo la famiglia, le indagini vere e proprie per risolvere il giallo, sarebbero partite forse in ritardo. Questo avrebbe compromesso il tutto. Del caso, più volte, se n’è occupata anche la trasmissione “Chi l’ha visto” in onda su Rai Tre. Le cui telecamere, a quanto pare, dovrebbero far ritorno in Irpinia il prossimo 12 gennaio. Per provare a fare luce. “La nostra speranza – riferiscono sempre dalla famiglia Manzo – è che i riflettori non si spengano per sempre. Crediamo sia un nostro diritto – aggiungono i figli Romina e Francesco – sapere cosa è accaduto realmente a nostro padre”.

Prima dell’estate scorsa, i carabinieri, su disposizione della Procura di Avellino, hanno sequestrato dieci telefonini, tra cui anche quello della figlia di Manzo. Sembra appartenessero quasi tutti ai partecipanti alla festa della ragazza. Ma non sarebbe emerso nulla di rilevante.

Agli inizi di ottobre la vicenda è finita anche nel mirino dell’associazione “Penelope”, nata nel 2002 da un’idea di Gildo Claps, fratello di Elisa Claps, scomparsa a Potenza nel 1993, il cui presidente è il noto avvocato Nicodemo Gentile. A sollecitare l’associazione, l’avvocato Federica Renna, che cura gli interessi della famiglia Manzo, e che ha preso particolamente a cuore l’intera vicenda.

Gli inquirenti starebbero seguendo una serie di piste. La svolta potrebbe essere vicina. Dopo un anno, è la speranza di tutti.

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