Verso le regionali – Il voto in Emilia e Calabria determinante per le alleanze in Campania

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Michele De Leo – I riflettori della politica italiana sono accesi sulla Calabria e, soprattutto, l’Emilia Romagna. Solo nelle prossime ore si potrà verificare se l’esito delle urne avrà una valenza nazionale e – in relazione a quello che diranno gli elettori – riuscirà a minare la stabilità del Governo o, diversamente, a metterlo al riparo da crisi. Certamente, non mancheranno commenti ed analisi sui risultati, con i perdenti che si leccheranno le ferite ed i vincitori in festa. La data odierna segna, però, uno spartiacque importante anche per la Campania. Già da domani, infatti, per le varie forze politiche sarà tempo di mettersi al lavoro per cominciare ad ufficializzare intese e candidature in vista delle elezioni in programma la prossima primavera. Finora, tra indiscrezioni, nomi sussurrati ed investiture che non sembrano ancora avere il carattere dell’ufficialità, la campagna elettorale non è entrata nel vivo. Piuttosto, tutti si sono trincerati dietro l’appuntamento odierno, rinviando ogni decisione. Le elezioni di Emilia Romagna e Calabria potrebbero, inoltre, dare spazio ad interpretazioni destinate a riverberarsi sulle decisioni assunte per la Regione Campania. Se, infatti, oggi nessuno sembra scommettere sul sostegno del Movimento Cinque Stelle ad un centrosinistra che candida Vincenzo De Luca alla carica di Governatore, le cose potrebbero cambiare a partire da domani. Nel caso in cui, infatti, i grillini dovessero perdere – come paventato – molta della loro forza nelle due regioni al voto, potrebbero accettare un’intesa campana non solo per blindare il Governo, ma pure per provare a rimanere a galla. A quel punto, però, si rischierebbe – pure in Campania come in Puglia – l’avvio di un percorso alternativo da parte di Italia Viva, Azione e Più Europa – insieme potrebbero valere quasi il 10% – che non hanno alcuna intenzione – specie Carlo Calenda ed Emma Bonino – di stare in una coalizione insieme al Movimento. Un’eventuale rottura potrebbe tornare utile al centrodestra, il cui candidato dovrebbe essere Stefano Caldoro. Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi continua a confermare l’investitura dell’ex Governatore, ma le frizioni interne potrebbero convincere i vertici delle altre forze politiche a mettere in discussione la candidatura. Soprattutto se Bonaccini dovesse riuscire nell’impresa di confermarsi alla guida dell’Emilia Romagna. La sconfitta della Borgonzoni sarebbe, infatti, la dimostrazione che l’onda verde – pur potente – non è sempre devastante. A quel punto, il numero uno della Lega Matteo Salvini potrebbe chiedere a Forza Italia un nome più forte rispetto a quello di un Governatore che ha lasciato la Campania nel pantano ed ha scontentato tutti nelle zone interne.