Emergenza carceri, Pastena: “Criminalità organizzata dilagante, misure alternative di difficile applicazione”

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Marco Grasso – “Le misure alternative sono una prospettiva fondamentale per l’equilibrio del sistema penale. Le carceri non possono essere l’unica risposta”. Paolo Pastena, direttore della Casa Circondariale di Bellizzi, auspica un maggiore ricorso alle pene alternative per arginare il problema del sovraffollamento delle carceri.

Il suo intervento apre il convegno, dal titolo “La pena oltre le mura del carcere: le misure di comunità alla luce della riforma dell’ordinamento penitenziario”, organizzato questa mattina presso il Carcere di Bellizzi dal Garante dei diritti dei detenuti e delle persone private della libertà personale della Provincia di Avellino, la Provincia di Avellino, la Caritas e la Camera Penale Irpina.

“Spesso c’è l’errata convinzione che queste misure siano poche sicure e possano avere ricadute sociali non positive. In realtà non è così, anzi queste misure consentono anche di verificare la capacità di adattamento del recluso ad un contesto libero”.

La carenza di personale resta la prima emergenza, anche se l’applicazione ancora ridotta delle misure di detenzione alternativa è una delle principali cause del problema del sovraffollamento delle carceri. “Siamo in un contesto territoriale difficile, in cui l’incidenza della criminalità organizzata è rilevante. Serve poi un forte sostegno della società civile e delle comunità che devono collaborare attivamente. La Caritas è uno degli esempi positivi, un riferimento importante”.

Per il presidente del Tribunale di Avellino Vincenzo Beatrice “l’attuale situazione di sovraffollamento complica anche le azioni di recupero. Le misure esterne al carcere possono sottrarre all’ambiente carcerario persone che si trovano lì magari solo per il loro primo errore. E’ un aspetto importante che incide notevolmente sul recupero delle persone”.

Beatrice assicura che il Tribunale è impegnato quotidianamente nella sottoscrizione di convezioni con le comunità locali e le associazioni di volontariato “che si dichiarano disponibili ad accogliere detenuti presso le proprie strutture per lo svolgimento di lavoro alternativo. La comunità irpina è sensibile e collabora da sempre su queste problematiche”.

Il presidente del Tribunale auspica anche una riforma dell’istituto della prescrizione “che potrebbe incidere notevolmente sul problema del sovraffollamento. Oggi ancora troppe sentenze sono eseguite nel carcere”.

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