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2016: Odissea nell’anno bisestile. Ecco perchè

Buone feste fatte.

Anche stavolta siamo usciti indenni (o quasi in alcuni casi) dalle festività natalizie e di fine anno.

Passata anche l’Epifania, è tempo per i buoni propositi per il nuovo anno (che, al solito, non verranno osservati) e del picco di iscrizioni in palestra.

Ma quest’anno avrete di certo notato che sul calendario, a pagina 2, ha fatto la sua comparsa il 29 febbraio.

Ovvio, direte: il 2016 è un anno bisestile.

Chi più, chi meno, quasi tutti siamo a conoscenza di persone nate in questo giorno (e relative battute sulla reale età di chi è nato il 29 febbraio). Pochi, però, sanno perché ogni quattro anni il nostro calendario va fuori sincrono, ragion per cui viene aggiunto un giorno in più nel mese di febbraio.

L’ANNO BISESTILE – Parlando di “anno”, intendiamo il tempo impiegato dalla Terra per percorrere una orbita completa intorno al Sole.

I nostri moderni calendari gregoriani ci dicono che questo tempo equivale a 365 giorni.

In realtà, non è proprio così.

L’anno cosiddetto solare (o tropicale) viene in genere misurato a partire dall’equinozio di primavera fino al successivo equinozio di primavera.

Il tempo calcolato è pari a 365 giorni di calendario. Resterebbero fuori o non conteggiate circa 5/6 ore di tempo (in più) perché, in realtà, la lunghezza del “giorno” (tempo necessario alla Terra a ruotare una rotazione di 360° intorno al proprio asse) risulta essere di poco inferiore a 24 ore (circa 23 ore, 56 minuti e 4 secondi).

Riassumendo, alla Terra occorrerebbero 365,242199 giorni per completare una orbita intera intorno al Sole.

Ma il nostro calendario ha solo 365 giorni!

Stando così le cose, il calendario per come lo conosciamo, senza alcun tipo di adeguamento o correzione, vedrebbe le stagioni fuori sincrono di un mese ogni 125 anni o giù di lì.

Ecco perché, una volta ogni quattro anni, viene aggiunto un giorno in più al calendario (che, tra l’altro, porterà con sé una sovracompensazione di 11 minuti circa).

VENERDÌ 17 CON L’ANNO BISESTILE, DOPPIA SFIGA IN ARRIVO – Venerdì 17, a dire di molti italiani, è un giorno sfortunato.

Pare esistano diversi pregiudizi legati alla cultura popolare e alla superstizione: il venerdì 17 è una ricorrenza considerata particolarmente sfortunata in quanto unione di due elementi ognuno dei quali estremamente negativo: il Venerdì Santo (dato della presunta morte di Gesù) e il numero 17 (disgrazia secondo la smorfia napoletana).

Così, i superstiziosi, in questo giorno, si barricano in casa o girano con strani amuleti affinché la ‘sfiga’ sia allontani dalla loro persona.

Quest’anno, capiterà di giugno (venerdì 17 giugno per l’appunto).

Per dirla alla Lubrano, la domanda sorge spontanea: “Essendo il 2016, un anno bisestile, la sfortuna sarà doppia?”.

Sciocche e ridicole vengono considerate le superstizioni dai razionali e dagli scettici, difficilmente si ammette di essere superstiziosi, di credere a certe “ridicolaggini”, come si è soliti affermare, limitandosi a definirli (anche con una certa aria di sufficienza) “stupidi e inutili pregiudizi”.

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