“Le notti magiche inseguendo un gol” sarebbero state cantate otto anni dopo dalla coppia Bennato-Nannini per celebrare il Mundial in Italia del 1990, sperando che gli azzurri di Azeglio Vicini potessero bissare il clamosoro successo del 1982.
Non fu così, Zenga&co furono fermati in semifinale a Napoli dall’Argentina di Maradona. Le “notti magiche” rimasero un sogno, forse perché l’impresa di otto anni prima in Spagna potesse essere ancor più “eroica”.
40 anni fa a quest’ora, scriviamo alle 18.40, mancava davvero poco all’appuntamento con la storia. Un Paese intero bloccato, paralizzato. Tutti gli italiani erano già con la mente allo Stadio Santiago Bernabéu di Madrid per la finalissima dei Mondiali del 1982 che avevano visto gli azzuri effettuare una marcia trionfale dai quarti in poi, dopo un inizio stentato.
Stracciati, abbattuti come dei birilli, prima il Brasile di Zico, poi l’Argentina sempre di Maradona e poi la Polonia. Davvero uno squadrone, il popolo azzurro non aspettava altro: riconquistare la Coppa dopo tantissimi anni.
Italia e Germania Ovest si sfidarono davanti ad un pubblico spettacolare, uno scenario memorabile. Come è memorabile lo striscione che la Rai inquadrò all’improvviso: “Avellino club Salerno”. Un tuffo nel cuore per un’intera provincia. Una sensazione bellissima che è rimasta tale anche a 40 anni di distanza.
Perché è come se un pezzo di Avellino, un pezzo d’Irpinia, avesse vinto forse il Mundial più bello di tutti. Insieme a Bearzot, Zoff, Rossi, Tardelli, Gentile, Bruno Conti. Insieme agli “eroi” di Spagna, insieme al presidente “partigiano” Sandro Pertini.
Con “Avellino club Salerno” ci siamo sentiti molto più partecipi di quel grido che è entrato nella storia di Nando Martellini: “Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo”.