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I 100 anni del poliziotto irpino che fermò Lucky Luciano: festa con l’Fbi

I 100 anni del poliziotto irpino che fermò Lucky Luciano: festa con l’Fbi. Oggi a Roma lo stato maggiore del Federal Bureau of Investigation – agenzia governativa di polizia federale degli Stati Uniti d’America – insieme al vice capo della polizia, prefetto Vittorio Rizzi, e al Questore della Capitale, Mario Della Cioppa, ha voluto rendere onore a Vincenzo Caracciolo, il poliziotto centenario che fermò a Roma Lucky Luciano, considerato il padre del crimine organizzato statunitense e inserito dal “Time Magazine” tra le venti persone più influenti del XX secolo.

Racconti che sono riecheggiati anche oggi nelle parole dello stesso Caracciolo che, davanti alla torta col numero 100, ha rammentato l’episodio del fermo del gangster nella capitale, e il suo trasferimento in Questura dove gli fu notificato il foglio di via. Un episodio che rappresentò una svolta nella vita dello stesso Caracciolo che a 38 anni lasciò la Polizia per diventare assistente parlamentare e addetto alla sicurezza dei Deputati. Un Caracciolo che, però, non dimenticò mai l’inizio della sua sua carriera come poliziotto all’indomani della seconda Guerra mondiale, “usando più il cuore che il cervello”.

Vincenzo Caracciolo, infatti, ebbe un approccio sempre corretto anche nei confronti dei più pericolosi criminali, secondo quella politica di vicinanza e prossimità, che diventerà presto lo slogan e il principio ispiratore dell’operato della Polizia di Stato.

Nato a Gesualdo, in provincia di Avellino, il 23 gennaio del 1922, Vincenzo Caracciolo è stato un agente del Corpo degli agenti di pubblica sicurezza; dopo aver lavorato presso diversi uffici della Questura di Roma, approdò alla buon costume della prestigiosa Squadra mobile.

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