Trovare lavoro ad Avellino non è facile, tanti i dubbi che affollano la testa di chi cerca un impiego. Sara Leone, responsabile della sede Manpower di Avellino e Salerno, svela 10 segreti per fare bella figura ad un colloquio di lavoro.
Come riconoscere un annuncio di lavoro serio da un bluff ?
Come scrivere un curriculum che possa risultare efficace?
E ancora: in sede di colloquio di lavoro, qual è l’atteggiamento giusto da tenere?
Sono i più classici degli interrogativi che ci si pone alla vigilia del grande tuffo nel mondo del lavoro.
Proviamo a raccogliere qualche segreto utile da chi con curriculum, colloqui e candidature ci ha a che fare quotidianamente.
Sara Leone è la responsabile della sede Manpower di Avellino e Salerno.
A lei abbiamo sottoposto i dieci dubbi che affollano la testa di chi è in cerca di un lavoro.
1) Come orientarsi tra gli annunci di lavoro per selezionare quelli seri e non cadere in trappole.
Gli annunci seri sono legati a società che hanno brand noti, quindi è bene verificare sempre l’attendibilità dei nomi di chi li pubblica, soprattutto su un portale internet.
Inoltre, più è elevato il grado di specificità dei contenuti dell’annuncio e maggiormente si potrà essere certi della veridicità degli stessi. Gli annunci eccessivamente generici sono in genere poco attendibili, magari si tratta di annunci civetta, cui non fa seguito una ricerca reale.
Ogni annuncio può essere verificato magari contattando la società che lo ha pubblicato, chiedendo ulteriori specifiche. Se non arriva risposta, probabilmente si tratta di messaggi poco credibili.
2) Come scrivere un curriculum efficace.
Il curriculum vitae altro non è che il personal brand della persona. Il curriculum deve essere accattivante e deve indurre il selezionatore a decidere di incontrare la persona. Occorre essere concisi ed essere bravi ad esaltare le proprie caratteristiche professionali e personali più salienti.
3) Quali elementi mettere in evidenza del proprio curriculum.
Evidenziare le esperienze professionali, le competenze scolastiche, se ci sono corsi o master vanno sottolineati. Inoltre bisogna puntare sulle soft skills, vale a dire tutte le capacità legate alla persona, il carattere, le attitudini. Rispetto alle competenze tecniche paritarie, infatti, la personalità fa la differenza. Può essere importante anche evidenziare gli hobby o le proprie passioni, al di là delle competenze tecniche possedute.
4) A chi indirizzare il proprio curriculum.
Il curriculum va indirizzato sicuramente in maniera specifica a chi pone la richiesta. Le aziende filtrano molto quindi sparare nel mucchio lascia il tempo che trova, magari il curriculum non arriverà mai sulla scrivania del Responsabile se non c’è una ricerca in corso. In questo caso, meglio una lettera di presentazione motivante che inviare un curriculum non richiesto. Evitare di inviare curriculum genericamente e indirizzarlo sempre alla figura di riferimento individuata nell’annuncio. Inoltre, è bene verificare sempre ciò che un’azienda sta cercando e non rispondere se non si posseggono i requisiti richiesti.
5) Come presentarsi ad un colloquio.
Una volta che il candidato è riuscito a definire insieme al selezionatore l’incontro, il colloquio è l’ultima carta che si gioca la risorsa, il suo trampolino di lancio. E’ bene giungere preparati sull’azienda che dovrà accogliere la risorsa, quindi informarsi su chi è l’interlocutore che si avrà di fronte. Anche l’abbigliamento è importante e deve essere consono al ruolo per il quale si concorre. Se un’azienda cerca un operaio forse è inutile presentarsi in giacca e cravatta.
6) Quale approccio avere durante un colloquio di lavoro.
L’approccio deve essere positivo, essere intraprendenti ma non saccenti. Avere una postura aperta. L’atteggiamento è fondamentale, dice molto della motivazione e dell’appeal della persona. Ad un colloquio bisogna arrivare preparati: non subirlo, ma nemmeno essere aggressivi. Ogni candidato deve avere chiaro cosa può offrire all’azienda, sia in termini di competenze che di valore aggiunto, rispetto alla propria personalità. Bisogna poi interagire con l’interlocutore, guardarlo negli occhi ed essere pronti alla risposta. Insomma, comunicare bene se stessi con savoir faire.
7) Quanto sono importanti le referenze e come presentarle.
Nell’approccio conoscitivo la referenza non è necessariamente richiesta. Una referenza inviata prima di conoscere il candidato, potrebbe essere un’arma a doppio taglio. In una fase successiva, se il colloquio va bene, allora può essere utile proporre referenze ricevute da altri.
8) Come convincere l’interlocutore, che ha di fronte la persona che sta cercando.
Siamo il brand di noi stessi, dobbiamo avere chiari gli obiettivi che vogliamo avere nella gestione della nostra vita professionale. Insomma, bisogna avere ben chiaro in testa cosa si vuol fare. E poi occorre avere lungimiranza e magari avere la capacità di vedere dove si potrà arrivare tra cinque anni.
9) Come rispondere alla domanda: quanto vorresti guadagnare?
Dipende dal colloquio di selezione che facciamo. Se è un primo colloquio, una nuova assunzione, bisogna avere un atteggiamento propositivo ma “umile”. L’azienda deve investire sulla risorsa come primo impiego e sicuramente anche formarla. Mi muoverei in maniera non rigida, mi porrei sempre nella condizione di poter dire: vorrei imparare e da qui ad un anno si potranno rivedere eventualmente le condizioni contrattuali, se siamo stati capaci di ottenere i risultati che l’azienda e la persona si erano prefissati. Se parliamo invece di chi si reimpiega, andiamo a collocare una persona che parte già da una retribuzione annua definita, per cui è una valutazione tra la risorsa skillata e l’azienda, in un contesto già definito
10) Come gestire le proprie emozioni durante un colloquio di lavoro
Bisogna saper gestire le emozioni, trasmettere interesse, non ansia. Far trapelare troppa emotività, può tirare brutti scherzi, può minare il colloquio di selezione. Però nemmeno presentarsi come una persona senza emozione: potrebbe far sorgere dubbi. La non emotività sembra, infatti, non interessamento, l’eccessiva preoccupa l’ interlocutore , che la può interpretare come incapacità di gestire l’ ansia,. Saperle gestire conferma un sano equilibrio emotivo, conferma l’ esser capaci di gestire situazioni lavorative anche in condizioni difficili.